Ripartiamo dal cuore in quanto centro vitale della meditazione cristiana. Secondo la simbologia che ci giunge dalle Scritture ebraiche, prese come significato matrice di quelle cristiane, il cuore non è sede della vita affettiva, ma delle decisioni. Organo di conoscenza sapienziale e visione, diventa il “punto” in cui il divino si manifesta. Ma il cuore risveglia anche gli altri sensi e soprattutto gli orecchi per udire e la vista per vedere, per questo, nelle Scritture vengono spesso nominati insieme: (alcuni esempi cfr. Dt 29,3; Is 6,10; 32,3-4; Ger 11,8; Ez 3,10). Ma cosa si ascolta con il cuore? Il senso della vita viene da altrove; si deve far posto a qualcosa, a qualcuno che non sia io, oltre me e oltre il superficiale svolgersi degli avvenimenti. In principio era la Parola (Gv 1,1), quella Parola udita e “vista” tante volte lungo la storia e che qualcuno ha raccolto facendola diventare Scrittura.
Scrittura dell’esperienza di tante donne e uomini lungo la storia. Ogni tradizione religiosa fa riferimento a scritti o libri sacri, non perché perfetti ma perché portatori di luci lungo il cammino e di forza per poter continuare a interpretare la vita. Nella tradizione ebraico-cristiana il libro “va mangiato”, non va compreso secondo la ratio, ma va mangiato, lentamente. Si devono prendere le parole dal libro con le loro infinite combinazioni e portarle alla bocca e pronunciarle, finché anche la memoria le impara. Tutto questo avviene nel cuore. È lavoro lento, molto lento.
Link del video del secondo incontro:
Per chi fosse interessato a rivedere il video del primo incontro:
Lunedì 25 Gennaio
Le lezioni si terranno alle ore 18.00.
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Il corso è gratuito
Crediti fotografici: Simone Stanislai